Era da tempo che non tornavo lungo questo tratto di fiume, così ho deciso di arrivare di buonora per esplorarlo con occhi nuovi.
Osservando il corso d’acqua, cerco zone dove il flusso è costante e i sassi emergono, situazione perfetta per ospitare gli uccelli in cerca di cibo.
Finalmente un dettaglio cattura la mia attenzione: piccole macchie bianche su una roccia, segno inconfondibile di un posatoio abituale.
Ecco il posto giusto per fotografare il Merlo acquaiolo.
Di seguito, i consigli e le tecniche per riprenderlo al meglio!

Il Merlo acquaiolo è un vero specialista dei corsi d’acqua, un piccolo acrobata che sfida la corrente con abilità incredibile.
Le sue abitudini sono tipiche: posizionato su un sasso in mezzo al corso d’acqua, si tuffa improvvisamente nel fiume per cacciare.
A prima vista può sembrare un comune passeriforme, ma il suo segreto è nascosto nelle sue straordinarie capacità: si immerge con maestria, cammina sott’acqua per 10-15 secondi utilizzando le ali per contrastare la forza del fiume.
Il suo piumaggio, scuro con una caratteristica macchia bianca sul petto, lo rende perfettamente mimetico tra rocce e riflessi d’acqua.
È un uccello schivo e sospettoso, sempre vigile contro i pericoli e avvicinarlo senza spaventarlo è una vera sfida.
Per fotografarlo senza disturbarlo, la strategia è fondamentale.
Mi posiziono vicino al livello dell’acqua, scegliendo un punto riparato e mi nascondo con un telo mimetico a foglie.
Il teleobiettivo è indispensabile: almeno 400mm di lunghezza focale per avvicinarlo senza interferire con il suo comportamento naturale.
Il trucco è restare immobili, muovendosi solo quando è necessario e senza scatti improvvisi.
Osservandolo con pazienza, noto che ha delle abitudini prevedibili: torna spesso sugli stessi sassi e segue un preciso schema di caccia.


Fotografare il Merlo acquaiolo significa affrontare diverse sfide, è quindi fondamentale utilizzare le giuste impostazioni della fotocamera per catturare i dettagli e il dinamismo dell’uccello nel suo habitat.
Imposto il diaframma su f/5.6 per isolare il soggetto dallo sfondo, mentre la priorità ai tempi (1/1600s) mi aiuta a congelare i suoi tuffi fulminei.
L’ISO in modalità automatica è la scelta migliore per compensare la luce mutevole tra sole e ombra.
L’autofocus deve essere veloce e preciso, perché il contrasto tra il piumaggio scuro e l’acqua brillante può ingannare i sensori della fotocamera.
Detto così sembra semplice, in realtà non è stato sempre facile inquadrarlo, è un uccello veloce, imprevedibile e sempre in allarme.
Avvicinarsi troppo è un errore comune: il Merlo acquaiolo è molto diffidente e fugge al minimo segnale di pericolo.
Grazie alla membrana nittitante, può vedere anche sott’acqua, rendendolo ancora più attento ai movimenti sospetti.
In pratica, ti vede anche quando è in immersione!
Scattare a raffica aumenta le possibilità di cogliere l’attimo perfetto.
Febbraio è il periodo ideale per fotografarlo, quando i maschi si posano su rocce esposte per il corteggiamento.
Osservare il suo comportamento e anticiparne i movimenti è essenziale per ottenere immagini straordinarie.


Dopo gli scatti classici, provo qualcosa di diverso: un tempo di esposizione più lungo (1/30s) per creare l’effetto seta dell’acqua in movimento, mantenendo l’uccello nitido.
Risultato? Un disastro, il Merlo acquaiolo è troppo veloce e sfugge alla messa a fuoco.
Meglio optare per un’otturazione veloce e sfruttare lo stabilizzatore d’immagine per congelare ogni dettaglio.
La fotografia naturalistica è fatta di tentativi ed errori, ma ogni esperienza insegna qualcosa di nuovo.
Qual è l’errore più grande che hai commesso nella fotografia naturalistica e cosa hai imparato da quell’esperienza?
Testo e foto di Alvaro Foglieni

Anche noi lo scorso mese di luglio abbiamo avuto la fortuna, in montagna, di fotografare il merlo acquaiolo. Si trattava di un esemplare giovane, le piume erano ancora soffici e il corpo più tozzo rispetto all’esemplare adulto che hai fotografato tu. L’emozione è stata grande e i nostri appostamenti sono continuati per 2/3 giorni. Un’esperienza davvero bellissima!!! Grazie per questa condivisione.
Grazie Luisa e Pietro, per il vostro commento!
Vero che è stata un’esperienza emozionante?
Gli appostamenti ripetuti rendono ogni scatto ancora più speciale!
Sono felice che abbiate condiviso con me la vostra avventura.
Alla prossima!
Alvaro