La fotografia naturalistica è una passione che mi porta a vivere esperienze uniche, alcune delle quali toccano profondamente il cuore.
Oggi voglio condividere con voi un episodio che mi ha particolarmente colpito: l’incontro con un pulcino di Folaga abbandonato.
Questa storia mi ha fatto riflettere su quanto la natura possa essere crudele, ma allo stesso tempo mi ha spinto a migliorare come fotografo e come persona.
Spero che leggendo questo articolo possiate non solo trarre ispirazione per le vostre foto, ma anche apprezzare la bellezza e la fragilità della vita selvatica.
Conclusione: spero che questa storia, possa ispirare altri appassionati di fotografia naturalistica a guardare il mondo con occhi nuovi.
Osservare gli uccelli nel loro habitat naturale è un'esperienza affascinante.
Qual è il comportamento più curioso che hai osservato in un uccello selvatico?Sono in un capanno fotografico per scattare qualche foto agli Svassi maggiori.
È un momento di calma e osservo una famiglia di Folaghe, adulti con pulcini.
Un genitore si tuffa e quando riemerge con il cibo lo distribuisce ai piccoli che galleggiano intorno a lui.
Poco lontano, un movimento attira la mia attenzione: un piccolo pulcino di Folaga, solitario, isolato da tutti gli altri.
"Magari è stato lasciato indietro per errore e ora la famiglia torna a prenderlo", penso tra me e me.
Sono rimasto stupito di non averlo notato prima considerando che sono passato proprio davanti a dove si trova.
A un certo punto, l'adulto nuota verso di lui.
Immagino: "adesso darà da mangiare al piccolo", invece non voleva nutrirlo, ma aggredirlo.
Dopo alcuni attacchi con beccate, l'adulto si allontana.
Una cosa mi ha colpito: il pulcino era molto piccolo, molto più piccolo degli altri.
Sinceramente ho iniziato a dubitare che appartenesse effettivamente a quel gruppo di famiglia.
È possibile che sia stato rifiutato proprio a causa della sua diversità?
Mi sono messo a osservare meglio il pulcino solitario.
È piccolo, fragile e tremante, probabilmente a causa dell'acqua fredda, del vento e del recente attacco subito.
È solo, minuscolo e indifeso in un immenso lago.
Dopo 5-6 minuti, il pulcino inizia a nuotare.
Le ondine lo sballottavano, ma lui continua ad avanzare.
Da come si muove, capisco che è interessato a cercare cibo e a controllare che non ci siano pericoli "alati" nelle vicinanze.
La sua innata lotta per la sopravvivenza gli dà una forza incredibile!
Costeggia la riva e a volte prova a risalire dall'acqua, ma dopo alcuni tentativi si rende conto che è impossibile.
La sua presenza ha attirato l'attenzione di diverse anatre che nuotavano nelle vicinanze e ogni volta che un uccello più grande si avvicina, il pulcino si immobilizza.
Osservare questo comportamento mi ha fatto capire quanto sia difficile per un essere così piccolo sopravvivere in un ambiente pieno di potenziali predatori.
Alla fine, il pulcino rinuncia a uscire dall'acqua.
Trova un luogo riparato dal vento e li si ferma.
Torno a occuparmi degli Svassi, ma proprio nel momento in cui distolgo lo sguardo, il pulcino si muove.Colgo il movimento con la coda dell'occhio, mi giro rapidamente per vedere cosa fa, ma la vegetazione sulla sponda me lo nasconde.
Una volta sparito dalla vista, non lo più rivisto.
Questa esperienza mi ha fatto riflettere sulla dura realtà della natura, sulla legge della sopravvivenza del più adatto, anche quando vorremmo che le cose andassero diversamente.
Come fotografi naturalisti, siamo spesso testimoni di momenti di grande bellezza, ma anche di situazioni che ci mettono di fronte alla crudeltà della vita selvatica.
Questa vicenda mi ha insegnato molto, non solo come fotografo, ma anche come essere umano.
Mi ha ricordato l'importanza di osservare attentamente ciò che ci circonda, di cogliere i dettagli e di essere pronto a catturare momenti unici, anche quando sono dolorosi.
Mi ha anche spinto a riflettere sul nostro ruolo come fotografi naturalisti e sulla responsabilità che abbiamo nel raccontare storie autentiche, nel sensibilizzare il pubblico sulla bellezza e la fragilità della natura.
Conclusione: spero che questa storia, possa ispirare altri appassionati di fotografia naturalistica a guardare il mondo con occhi nuovi.
Osservare gli uccelli nel loro habitat naturale è un'esperienza affascinante.
Qual è il comportamento più curioso che hai osservato in un uccello selvatico?Sono in un capanno fotografico per scattare qualche foto agli Svassi maggiori.
È un momento di calma e osservo una famiglia di Folaghe, adulti con pulcini.
Un genitore si tuffa e quando riemerge con il cibo lo distribuisce ai piccoli che galleggiano intorno a lui.
Poco lontano, un movimento attira la mia attenzione: un piccolo pulcino di Folaga, solitario, isolato da tutti gli altri.
Testo e foto di Alvaro Foglieni
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Sembra un po’ la storia del brutto anatroccolo, solo che immagino che in questa realtà manchi il lieto fine. La natura è sì crudele, ma giusta, si mette in equilibrio da sé, senza cattiveria, quella ce l’abbiamo solo noi sapiens.
Roberto, apprezzo il tuo punto di vista, aggiunge diversità ai commenti.
Alvaro
wow ora oltre agli stupendi articoli di tecnica e altro pure un articolo strappalacrime…….Alvaro il numero 1.
Si hai ragione la natura selvatica ha leggi molto dure per la sopravvivenza della specie.
Comunque anche in questo articolo stupende immagini
Wow, sento il calore delle tue parole!!
Grazie Marco, il tuo commento ha fatto la differenza!
Alvaro
E’ capitato anche a me di vedere piccoli uccellini da soli, ricordo in particolare un piccolo di cornacchia che continuava a chiamare e solo dopo un’ora è stato rintracciato dalla mamma. È stata un’immagine tenerissima ed io ero così preso a pensare come aiutarlo! La natura è molto coinvolgente e sorprendente.
Grazie Pietro, il tuo racconto personale ha aggiunto una dimensione speciale al mio post.
Alvaro