Quest’estate ho realizzato tre mostre fotografiche e ho avuto modo di parlare di fotografia, con molti visitatori.
Alcuni  erano convinti sostenitori della fotografia analogica tradizionale (per intenderci: col rullino) a discapito del digitale.
A loro modo di vedere la vera arte fotografica è solo quella che usa il rullino e nulla potrà mai superarla.
Sono in disaccordo con questa teoria e in questo articolo motivo le mie argomentazioni.

Celebra la diversità della natura attraverso la tua fotografia: ogni specie ha una storia da raccontare.

Testo e foto di Alvaro Foglieni

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8 commenti

  1. Rispetto le scelte di tutti ma per me il digitale e’ insostituibile.Io prima di scattare a qualche soggetto imposto la fotocamera e faccio qualche scatto di prova per verificare che sia tutto ok e non buttare via magari lo scatto ad un animale visto per la prima volta,con la pellicola probabilmente sarebbe successo .Digitale for ever

    1. Author

      La bellezza del digitale!

      Grazie Marco
      Alvaro

  2. Io non essendo un tipo preciso con la fotocamera
    analogica facevo un sacco di esperimenti e sbagli,
    raramente riuscivo a fare una bella foto e quando ci riuscivo era proprio… fortuna.
    Con il digitale ho ricominciato ad appassionarmi alla
    fotografia, sopratutto per conservare un ricordo dei viaggi.
    Quindi anche per me DIGITALE FOR EVER!

    1. Author

      Grazie Pietro della tua testimonianza!

      Alvaro

  3. Non posso che essere d’accordo con te ,Alvaro.Ho cominciato a fotografare a colori nel 1961 e il problema era ed è sempre stato la conservazione della pellicola.In estate per proteggere i preziosi rullini li sotterravo,per i viaggi aerei protetti nel sacchetto di piombo,la fotocamera sempre protetta dal sole,pellicole sebbene acquistate da affidabili fornitori e non scadute che hanno dato risultati scadenti.Potrei continuare ma mi servirebbe troppo spazio…

    1. Author

      Grazie Giorgio, hai proprio ragione, erano tempi duri per il fotografo!

      Alvaro

  4. Le ore passate in camera oscura erano sicuramente divertenti e insegnavano a fare tutto quello che oggi ottieni in post-produzione con dei semplici clic, molto spesso inventandosi e costruendo di persona strumenti che consentivano effetti speciali (sfumini, vetri elaborati). Pensate a come si faceva per ottenere solarizzazioni e posterizzazioni, in genere per tentativi e insuccessi, sprecando così materiale e soldi. Di sicuro le solide basi che si acquisivano allora risultano tutt’oggi molto utili al fotografo digitale, ma le macchine moderne sollevano il fotografo da preoccupazioni di costi e sprechi e gli consentono di concentrarsi solo sull’immagine e sui risultato che vuole ottenere, Ok per il digitale.

    1. Author

      Grazie Roberto per il tuo importante e interessante contributo.

      Alvaro

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