La presenza di “vignettatura”, ossia la diminuzione della luminosità attorno ai suoi bordi di una fotografia, è tradizionalmente considerata un difetto.
Per anni, i produttori di obiettivi hanno fatto del loro meglio per evitare che le immagini presentassero quell’alone scuro negli orli del fotogramma, considerato da tutti un’imperfezione ottica.
Col passare del tempo e con il modificarsi dei gusti in materia di fotografia, la presenza di vignettatura in un’immagine non è più giudicata negativamente.
Si è capito infatti che l’uso creativo di quell’alone scuro può far risaltare in modo significativo il soggetto principale: facendo svanire gradualmente la periferia, l’occhio è attratto dal protagonista della scena e si allontana da eventuali elementi non importanti e di disturbo nello sfondo o nella zona esterna.
Ciò che prima non era desiderabile, ora viene spesso ricreato intenzionalmente durante la post-produzione mediante un software di elaborazione delle immagini (es. Photoshop, Lightroom, ecc).
La vignettatura è la ciliegina finale che completa tutte le operazioni relative all’esposizione e alla composizione.
In questo articolo, tratterò alcuni casi in cui la vignettatura rende più potenti i tuoi scatti.
Approfondisci la tua visione artistica: personalizza i toni grigi e crea contrasti che narrano la storia del mondo naturale.
Testo e foto di Alvaro Foglieni
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