Uno dei problemi della macrofotografia alle farfalle è la scarsa illuminazione.
All’aumentare dell’ingrandimento, la luce diminuisce.
Se a questo si aggiunge che il più delle volte è necessario impostare un diaframma chiuso per ottenere una migliore profondità di campo, risulta evidente che il problema “luce” influisce enormemente sulla qualità dell’immagine finale.
Sebbene sia possibile fotografare le farfalle con l’illuminazione naturale, ho trovato che l’uso di un flash aiuti a compensare le condizioni di luce scarsa che rendono difficile realizzare un’immagine ben esposta o catturare i veri colori delle ali di una farfalla.
Ho verificato che gli effetti di una luce ambiente intensa e dura, tipica di una giornata estiva, possono essere mitigati con il flash che mette in risalto le aree delle ali in ombra e uniforma il contrasto luce/buio in pieno Sole.
Per le mie macro utilizzo il flash CANON 430EX II SPEEDLITE sul quale applico un diffusore argentato.
A dire il vero, potrei anche non utilizzarlo, scattando direttamente e lasciando che la tecnologia CANON ETTL faccia il suo lavoro.
Nella pratica ho trovato un beneficio (la luce si distribuisce morbida e uniforme dall’alto), inoltre è un riflettore leggero, di facile installazione e dalla comoda trasportabilità.
Dispositivi flash ingombranti (es. il doppio flash frontale o un diffusore “softbox”) spaventano le farfalle molto prima che tu possa avvicinarti abbastanza da poterle fotografare.
Fare macro alle farfalle richiede molta flessibilità e facilità di movimento sul campo.
Visto la praticità, mi sono abituato ad utilizzare il flash anche in pieno Sole.
Il fatto che il flash illuminasse accuratamente la farfalla, ma ignorasse lo sfondo rendendolo quasi totalmente nero, non mi disturbava più di tanto.
A dire il vero, trovavo interessante il contrasto tra il soggetto e lo sfondo.

Col passare del tempo ho cambiato idea, perché sentivo che la foto non appariva “naturale” e non rifletteva accuratamente l’aspetto reale dell’ambiente al momento dello scatto.
Lo sfondo così nero dava la sensazione che il soggetto fosse stato fotografato di notte.
Non era così che volevo trasmettere allo spettatore l’emozione dell’incontro di una farfalla libera nel suo habitat naturale.

Ho trovato la soluzione al problema, sincronizzando il flash con la seconda tendina della fotocamera.
In questo modo, il “computer” della macchina fotografica bilancia l’illuminazione ambientale con la luce aggiuntiva del flash e crea una piacevole esposizione bilanciata della farfalla sullo sfondo

La modalità di sincronizzazione posteriore (chiamata anche “seconda tendina”) ha un funzionamento molto semplice:
la fotocamera espone subito per l’intera scena, poi proprio mentre l’otturatore si chiude, il flash si attiva.
Ciò consente al flash di funzionare come un “luce di riempimento” che espone il soggetto appena prima della chiusura dell’otturatore.
Il risultato è uno scatto della farfalla esposto in modo più uniforme, bilanciato e con uno sfondo luminoso, molto più naturale.
La sincronizzazione del flash sulla tendina posteriore varia notevolmente tra i diversi modelli di fotocamera, ti suggerisco
Di guardare il manuale di istruzioni della tua strumentazione.

Conclusioni
Il processo di sincronizzazione del flash sulla seconda tendina è semplice, ma molto efficace.
Ricorda che potresti aver bisogno di molte prove ed errori per ottenere lo scatto esattamente come lo desideri.
Quindi continua a esercitarti e studia come il flash influisce sui tuoi soggetti e sulle tue immagini.
Man mano che acquisirai conoscenza, capirai cosa fare e cosa evitare.

Segui i nostri consigli per un’efficace foto macro minimale.

Testo e foto di Alvaro Foglieni

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