Una foto vale più di mille parole, ma a volte non c’è bisogno di tanti discorsi.
Per dire qualcosa di potente e memorabile bastano 100 parole e, in alcuni casi, anche solo 10.
Lo stesso vale per la fotografia.
Un’immagine può contenere quantità incredibili di informazioni, restringere l’area d’interesse può avere un impatto maggiore.

Quando si parla di fotografia minimalista, gli elementi chiave sono ridotti all’essenziale.
All’inizio sarà difficile capire quale componente è inutile e quale invece contribuisce attivamente al racconto fotografico, ma col tempo e con la pratica tutto riuscirà più facile.
La tecnica “minimal” è una vera sfida, si deve vincere la tentazione di includere tutto quello che è davanti a nostri occhi.
Il trucco per una buona narrazione è quello di dire l’essenziale e lasciare che il pubblico riempia gli spazi vuoti.
E’ così anche con la fotografia minimalista: mostrare quanto basta in modo che lo spettatore potrà costruire la storia, con le proprie emozioni, idee e risposte.

In questo articolo, racconterò i concetti fondamentali che stanno alla base di questo genere fotografico sempre più popolare, rinviando il lettore ad un successivo tutorial specifico sulla tecnica di realizzazione, con suggerimenti pratici e consigli.

Anche se “minimal”, la foto comunica il tuo pensiero.
Uno consiglio che ripeto spesso ai neo fotografi della natura, è di perfezionare il messaggio che vogliono trasmettere con le loro foto.

Suggerisco di chiedersi spesso:
– chi è il soggetto principale?
– Cosa vuoi comunicare con questa tua foto?
– Quali emozioni o sentimenti dovrebbe suscitare la tua foto?
– Come puoi semplificare il messaggio, in modo che sia più efficace possibile?


Una foto minimalista mostra solo gli elementi necessari allo spettatore per la comprensione dell’immagine.
Il messaggio deve essere molto chiaro e deve utilizzare il minor numero di componenti.
Per comunicare il tuo pensiero dovrai cercare il metodo più semplice possibile, il più immediato, che non richieda una lettura analitica complicata.
In un’immagine “minimal”, è presente un unico punto di interesse.
Un solo soggetto, che occupa poco posto.
Non sono ammessi elementi di rinforzo e la scena non presenta fronzoli.
La composizione deve essere molto raffinata.
In poche parole: la fotografia minimalista mostra solo ciò che deve essere visto.

Attenzione: minimalista non significa fotografia semplice o superficiale.
Realizzare una fotografia con questa tecnica richiede tempo, si devono avere idee chiare sui metodi di esecuzione, è necessario possedere uno spiccato senso artistico, ci vuole pazienza, costanza e tanto tempo a disposizione.

Anche la fotografia naturalistica può essere interpretata alla maniera “minimal”.
Un paesaggio, un bosco, una zone umida abitata da anatre, un uccello posato su un ramo, tutto può essere letto in modo semplice e creativo.
Non è necessario descrivere la natura realisticamente, ma è l’interpretazione del mondo naturale la cosa che più conta.
Nella fotografia minimalista è fondamentale la suggestione e l’emozione che il fotografo riesce a trasmettere allo spettatore con una semplice immagine.

Conclusione
Questa tecnica fotografica non è per tutti.
Se ti piace mostrare l’abbondanza di elementi presenti in un prato fiorito o i colori infuocati di un panorama al tramonto o ancora il comportamento e le azioni degli animali selvatici ripresi nel loro ambiente naturale, non cimentarti nemmeno.
Rimani fedele a chi sei veramente, le tue foto avranno un impatto maggiore sul pubblico.
Se invece vuoi sperimentare un nuovo modo di esprimere la tua visione della natura, se desideri che il tuo messaggio arrivi senza malintesi e vuoi far capire a tutti il tuo pensiero, la tecnica “minimal” è quella che fa per te.

Testo e foto di Alvaro Foglieni

Conoscete la vostra attrezzatura come la vostra tasca; la velocità nel cambiare impostazioni può catturare un evento irripetibile.

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2 commenti

  1. Spunti interessanti da approfondire!

    Bell’articolo Alvaro.

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