Chi pratica caccia fotografica, sa di dover affrontare con frequenza due problemi:
– Gli uccelli sono sempre troppo lontani.
– Non c’è mai abbastanza luce.
Abbiamo già trattato il primo punto in passato e ne riparleremo ancora in futuro.
In questo tutorial vorrei suggerire 7 modi per fotografare gli uccelli in condizione di scarsa illuminazione ambientale.
E’ frustrante tornare a casa dopo un’escursione fotografica e vedere sullo schermo del PC che gli scatti presentano una serie di problemi qualitativi: rumore digitale, sottoesposizione, zone scure non leggibili, immagini mosse, ecc.
Puoi avere l’attrezzatura più evoluta del momento, ma quando la luce è troppo bassa, non è possibile utilizzare le impostazioni di scatto ideali.
Per non dimenticare che a volte è anche impossibile utilizzare il flash (animali troppo lontani, pericolo di danni agli occhi, uso di lunghi teleobiettivi, ecc)
In condizioni di scarsa luminosità, è necessario fare ricorso a nuove tecniche e impostazioni.
Ecco alcuni trucchi per ottenere dei risultati migliori:
1. Apri il diaframma

La prima cosa da fare in situazioni di scarsa luminosità è impostare il diaframma più aperto che puoi (f/il numero più basso).
Così facendo entrerà tutta la luce possibile, i tempi di scatto potranno essere veloci ed il rischio di foto mosse sarà ridotto al minimo.
In relazione al tipo di obiettivo che stai utilizzando, potrai usare valori di diaframma che vanno dal f/2,8 al f/4 (obiettivi costosi), dal f/5,6 (obiettivi di fascia media) al f/6,3 (obiettivi economici).
Se hai una reflex, imposta la “priorità di apertura“.
Se hai una compatta, imposta la modalità “notte”
2) Diminuisci il tempo di scatto

In condizioni di scarsa illuminazione si deve abbassare la velocità dell’otturatore.
Questo comporta il rischio di foto mosse.
La regola per evitare di avere le foto mosse dice di impostare una velocità non inferiore a: 1/la lunghezza apparente dell’obiettivo utilizzato.
La lunghezza apparente (o equivalente) è data dalla lunghezza reale dell’obiettivo, moltiplicato il fattore di crop.
Esempio: teleobiettivo Canon 500mm =1/500 x fattore di crop (1,6) = tempo di scatto 1/800″.
Per eliminare le vibrazioni si dovrà impostare un tempo non inferiore a 1/800 di secondo.
Con i tempi lenti è indispensabile utilizzare lo stabilizzatore, che aiuta a smorzare le vibrazioni involontarie prodotte dai nostri movimenti.
Qualora non fosse sufficiente, devi passare al cavalletto per evitare che ogni minimo movimento si trasformi in una foto mossa.
Attenzione: lo stabilizzatore o il cavalletto non impediscono al soggetto di muoversi.
Permettono solo di fotografare con tempi di scatto molto lenti.
Se l’animale inquadrato si muove (cammina o vola), verrà mosso anche nella foto.
3) Aumenta gli ISO

Più aumenti il valore degli ISO, minore sarà la luce necessaria per registrare l’immagine sul sensore.
Di contro: più innalzi gli ISO, più rumore digitale avrai nella foto.
Però gli alti ISO permettono di fotografare con tempi di scatto più elevati ed evitare il mosso.
La presenza di rumore digitale, sia cromatico (puntini colorati) che di luminanza (granulosità monocromatica), è una pecca che possiamo tollerare perché un’immagine con la grana è molto meglio di una foto mossa o impastata.
Quindi, il primo passo da compiere è mettere alla prova la tua fotocamera per capire di quanto è possibile aumentare gli ISO prima che gli scatti diventino inutilizzabili per via del rumore eccessivo.
Imposta il valore massimo degli ISO e guarda com’è venuta la foto.
Poi, riduci progressivamente il valore.
Ovviamente il diaframma deve essere tutto aperto.
4) Scatta in formato RAW

Il formato RAW ti permette una maggiore e più accurata correzione dei difetti di esposizione in post-produzione.
La tua foto scura potrà essere trattata con un programma di elaborazione delle immagini, intervenendo sul recupero delle ombre e schiarendo le aree buie, senza perdere troppa qualità.
Scatta sempre in RAW.
5) Fotocamera ben salda e posizione ferma

Per evitare il pericolo di foto mosse, quando la luce è poca bisogna impugnare correttamente la macchina fotografica.
Per mantenere una presa salda sulla fotocamera è sufficiente attuare i seguenti accorgimenti:
• Sorreggere l’obiettivo con il palmo della mano sinistra (La mano è sotto la lente, non sopra).
• Accostare per bene l’occhio all’oculare della fotocamera (avrete un ulteriore punto di appoggio dopo la mano sinistra sull’obiettivo e la mano destra sul corpo macchina)
A volte, tenere saldamente la fotocamera non basta.
In questi casi è necessario assumere una posizione del corpo più ferma possibile al momento dello scatto, per ridurre il rischio di foto mosse.
Pertanto:
• Piedi ben saldi a terra (meglio uno più avanti dell’altro per maggiore stabilità);
• Distribuisci il peso del corpo su entrambe le gambe
• Stringi i gomiti al corpo
• Trattieni il respiro quando scatti la foto
Se è possibile, accostati con il corpo a un muro o un albero per migliorare la stabilità.
Ovviamente, sfrutta eventuali muretti, tetto dell’auto o panchine per appoggiare la fotocamera.
6) Lo zoom aiuta

In genere in condizione di scarsa luminosità, gli obiettivi a focale fissa sono da preferire, perché hanno diaframmi molto aperti che permettono di acquisire una maggiore quantità di luce.
Però, gli teleobiettivi a focale fissa ideali per caccia fotografica, presentano dei costi a volte proibitivi.
In questi casi, lo zoom è un ottimo compromesso per costi e qualità.
Lo zoom ti permette infatti di sfruttare le differenti aperture del diaframma.
In condizioni di scarsa luminosità, basterà ridurre lunghezza del teleobiettivo per avere un diaframma più aperto.
Anziché fare un ritratto in primo piano, si scatterà una foto ambientata.
Il soggetto principale sarà più piccolo, ma l’immagine non sarà mossa e avrà l’esposizione corretta.
7) Scatta a raffica

Un ultimo consiglio: dopo aver impostato le tecniche descritte sopra, prepara la fotocamera a scattare il massimo numero di fotogrammi possibile.
Fotografando “a raffica”, avrai una maggiore probabilità di ottenere una foto corretta.
Fra le tante immagini scattate contemporaneamente, ne troverai sicuramente qualcuna bella ferma, a fuoco ed esposta nel modo corretto.

CONCLUSIONI FINALI
E’ difficile scattare foto ferme e ben esposte in condizioni di scarsa luminosità.
Sono le situazioni peggiori nelle quali può ritrovarsi chi pratica caccia fotografica.
Certamente i nuovi sensori delle fotocamere, la qualità degli obiettivi dedicati a questo hobby e i software di post-produzione aiutano a ottenere delle immagini di buona fattura.
Anche mettere in pratica i miei suggerimenti può darti una grossa mano.

Testo e foto di Alvaro Foglieni

 

 

 

 

 

 

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5 commenti

  1. Grazie Alvaro!

    Come è interessante tutto!

    Praticamente stai rifacendo il corso di fotografia digitale naturalistica! Spero le vacanze siano andate bene! un caro saluto.

    Rosaria

  2. Questo articolo è utilissimo!
    A volte mi è capitato che durante un’uscita fotografica il tempo si guastasse, diventando tutto nuvoloso. In quel caso di solito seguivo due opzioni, come suggerite anche voi, per non dover andare via dai capanni: alzare gli ISO oppure diminuire la velocità di scatto.
    Però ogni tanto mi capita un imprevisto: le feritoie dei capanni non sono sempre alla giusta altezza per appoggiarmi completamente oppure il sedile è troppo lontano per riuscire a stare comodi.
    Mi consigliate di portarmi dietro un cavalletto o un monopiede per riuscire a stabilizzare le foto?

    1. Grazie Claudia, per il commento positivo.
      In merito alla tua domanda, direi che il cavalletto e/o il monopiede, sono una valida soluzione per ovviare all’inconveniente delle feritoie collocate ad una altezza non appropriata o una panca fissa troppo lontana.
      Fra le due possibilità, io preferisco il monopiede.
      È meno ingombrante, più leggero e ti lascia molto più libertà nei movimenti.
      Di contro, deve sempre essere gestito con una mano, mentre il cavalletto una volta piazzato, rimane in posizione senza nessun intervento.
      Per i sedili fissi, non c’è soluzione se non utilizzare un seggiolino a tre gambe portatile.
      È un acquisto economico (€ 6-8), è leggero e all’occorrenza si trasforma in una “comoda” seggiola mobile.
      Lo trovi in ogni grande magazzino che rivende attrezzature per la pesca.
      In alternativa al cavalletto e/o monopiede, vorrei proporti il bean bag: un sacchetto riempito di fagioli secchi o riso soffiato oppure palline di polistirolo.
      È la soluzione più semplice, economica, leggera e facile da trasportare, ideale per scattare foto ferme in condizioni di scarsa luminosità.
      Se ci farai caso, chi fotografa dai capanni usa prevalentemente il bean bag.

      Ciao
      Alvaro

      1. Mi piace la soluzione del bean bag, anche se occupa un pochino più di spazio nello zaino. Almeno mi permetterebbe di sistemarlo come preferisco e usare entrambe le mani per fotografare.
        In giro ho visto anche fotografi con un “cuscino” a ferro di cavallo appoggiato sul vetro della macchina. Anche quello è una versione del bean bag?

  3. Esatto Claudia, il bean bag ti offre una grande libertà di movimento.
    Io però non lo metto nello zaino, ma lo tengo appeso alle cinghie con un moschettone.
    Essendo molto leggero (è riempito con mini sfere di polistirolo espanso), non sbilancia la sacca.
    All’occorrenza, risulta anche più veloce da togliere per utilizzarlo.

    Si, Claudia, il cuscino a ferro di cavallo che hai visto è una delle tante versione di bean bag …casalingo.
    Io per primo ho utilizzato questa soluzione per molti anni.
    Si tratta di un semplice cuscino da viaggio per il supporto del collo, adattato allo scopo.
    Lo acquistai per pochi Euro in un market dei cinesi e ti assicuro funziona benissimo.
    Il ferro di cavallo calza perfettamente alla portiera dell’auto e hai un supporto stabile su cui appoggiare il teleobiettivo e evitare di scattare foto mosse.
    Lo confesso, ho utilizzato anche altri Bean bag improvvisati:
    – in un recente viaggio in Estremadura ho utilizzato degli asciugamani da bidet (puliti!!!) arrotolati in modo da formare un rigonfiamento ammortizzante,
    – in un recente passato, ho adattato un cuscinetto autogonfiante da campeggio per fotografare dai capanni in Toscana.
    Ho anche visto molti “sacchetti del riso” riciclati in bean bag.

    Se fotografi dall’auto e sei senza cavalletto o bean bag, esiste anche un altro sistema …che non è quello di appoggiare il teleobiettivo direttamente a contatto con il finestrino.
    È una soluzione geniale, che permette il movimento a 360° della fotocamera senza il minimo sforzo e che, nei momenti morti, ti lascia entrambe le mani libere.
    Te lo mostrerò con piacere, in occasione di una prossima escursione fotografica.

    Ciao
    Alvaro

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