“Incontri …naturali”, la rubrica che ha l’obiettivo di creare un momento piacevole per chi legge così come è stata gradevole la situazione descritta e vissuta in prima persona dall’autore.
Ho deciso di raccontare la vita di uno stagno, perchè in questa particolare area umida, si trovano uccelli in tutto il periodo dell’anno e noi riusciamo a scattare le nostre fotografie anche in modo abbastanza semplice.
Gli stagni sono anche molto frequenti nei nostri territori e ci permettono di attuare fotografia naturalistica in tutte le stagioni dell’anno.
La bellezza di uno stagno, secondo me, è che in pochi metri ci troviamo davanti a diversi tipi di habitat quasi senza rendercene conto dove convivono più specie di uccelli senza nessun tipo di problema.
Questo è dovuto a piccoli cambiamenti come la diversa profondità delle acque magari molto basse a riva e parecchio profonde al centro e diversi tipi di sponde, ci sono quelle fangose più o meno alte, ad aree ricche di canneti.
Lo stagno è un ecosistema perché le piante, gli animali, l’acqua e il terreno formano un sistema ecologico.
Basta modificare un singolo elemento e il sistema si rompe.
Nello stagno crescono numerose piante che emergono dall’acqua.
Le piante che emergono sono molto importanti e sono un’unione tra l’ambiente acquatico e quello terrestre.
Sono riparo e fonte di alimentazione per insetti, rane e tanti abitanti dello stagno, alimentazione utile ai nostri amici volatili.
Prendiamo in esempio quattro tipi di uccelli diversi, ognuno frequenta una zona diversa: chi vive sull’acqua, chi nel canneto, chi sulle sponde fangose e chi sorvola lo stagno.
- il Tuffetto: tipico abitante degli specchi d’acqua…
- Il Porciglione, frequenta le rive fangose…
- Il Cannareccione, si arrampica sulle canne…
- Il Martin pescatore, sfreccia veloce sopra il canneto…
Il Tuffetto nome scientifico Tachybaptus ruficollis della famiglia dei Podicipedidae è il più piccolo svasso che si può vedere alle nostre latitudini.
E’ un uccello dalle dimensione modeste può raggiungere una lunghezza di 25/30 cm con un’apertura alare di circa 50 cm ed il suo peso massimo può oscillare tra 150 e i 250 grammi.
Non è facilmente distinguibile la differenza tra i due sessi per la simile colorazione del piumaggio.
Il suo nome deriva dal fatto che per pescare si tuffa letteralmente in profondità per andare a caccia di piccoli pesci, girini e invertebrati acquatici.
Una piccola nota sulla nidificazione che normalmente ha inizio nel mese di marzo, la femmina di tuffetto deposita dalle 4 alle 6 uova e le cova dura circa una ventina di giorni
Per le sue abitudini difficilmente si vede in volo.
Una cosa divertente del Tuffetto che se si dispone di un richiamo, lui risponde subito è molto curioso e viene molto vicino alla riva per controllare chi è l’intruso e quindi è sempre abbastanza facile ottenere degli ottimi e ravvicinati scatti fotografici.
Il Porciglione nome scientifico Rallus aquaticus della famiglia dei Rallidi è un uccello di palude molto diffidente e non facile da avvistare anche se con i colori più accesi della su famiglia,si nasconde nelle zone con terreno fangoso e ama nascondersi in mezzo alla vegetazione ed in particolar modo nei canneti.
Il Porciglione è un uccello anche lui dalle dimensione modeste, può raggiungere i 25/30 cm di lunghezza ed il suo peso va dai 90 ai 120 grammi.
Il Porciglione come detto vive nelle paludi dove si nutre di piccoli invertebrati e lombrichi e grazie alle sue zampe dotate di dita lunghe si muove con disinvoltura nei terreni molli, ma deposita le uova circa una decina sui terreni asciutti.
Si può osservare più facilmente nei mesi freddi invernali, quando le paludi ghiacciano e lui cammina con disinvoltura anche sul ghiaccio.
La differenza tra i sessi è distinguibile con una attenta osservazione, perchè la femmina è leggermente più piccola e ha il becco più sottile, ma sempre di un bel rosso vivo
Per chi vuole incrociare il Porciglione è facilmente osservarlo e fotografarlo a Milano al Parco delle Cave.
Il Cannareccione nome scientifico Acrocephalus arundinaceus della famiglia dei Sylviidae è un uccello che vive in luoghi con una fitta vegetazione nelle vicinanze di fiumi, fossi, canali, laghi e appunto stagni.
Tra i vari tipi di vegetazione nel periodo riproduttivo il Cannareccione predilige gli alti canneti, dove si lancia nel suo canto inconfondibile.
Una particolare caratteristica del Cannareccione è che nel periodo della nidificazione il maschio è il primo che lascia i territori dell’Africa verso le zone di nidificazione per cercare le aree migliori, in seguito partono le femmine, che scelgono il maschio in qualità del miglior territorio che ha trovato.
La zona più consistente della colonia di Cannareccioni si trova soprattutto nella Pianura Padana.
Il Cannareccione è uno dei passeriforme di palude più grosso, arriva a raggiungere una dimensione di circa 19 cm di lunghezza ed un peso di 30 grammi.
La stagione di riproduzione del Cannareccione è il mese di maggio e la femmina deposita dalle 3 alle 6 uova che cova per circa due settimane.
Questo uccello si nutre soprattutto di insetti, ragni e piccoli invertebrati e nel periodo autunnale cambia e arricchisce la propria dieta con le bacche.
Tra i tanti posti dove poter osservare, fotografare e soprattutto ascoltare il suo canto inconfondibile, si trova sul fiume Adda ed è l’Oasi dell’Alberone.
Il Martin Pescatore nome scientifico Alcedo atthis della famiglia dei Alcedinidae è un piccolo uccello inconfondibile per i suoi caratteristici colori vivaci che sul dorso vanno dal turchese al verde smeraldo, mentre il petto ha un bellissimo color arancione acceso.
I due sessi sono praticamente identici se non per un solo particolare, nel maschio il becco è completamente nero mentre nella femmina la parte inferiore del becco è arancione.
Il Martin Pescatore ha delle dimensioni che vanno dai 15 ai 18 cm di lunghezza, un’apertura alare di circa 25/30 cm ed un peso che si aggira sui 40 grammi.
Il Martino come usualmente viene chiamato ha diverse caratteristiche, una di queste è quella di sorvolare ad una super velocità ad una altezza massima dall’acqua di 50 cm per cercare il suo cibo che è costituito da piccoli pesciolini, anche se non disdegna catture ben più grosse che poi spezzetta sbattendolo sulle pietre.
Il Martin pescatore ha anche altre due tecniche di caccia, un’altra in volo effettuando il classico volo in sospensione detto “Spirito santo”, caratteristico anche di altre specie come il rapace Gheppio, per poi tuffarsi in acqua per la cattura della preda e poi un’ultima tecnica e quella di stare immobile su posatoi sull’acqua fino al passare di queste pesciolino che cattura anche loro con un tuffo in picchiata.
Se nelle nostre visite in qualche stagno riusciamo ad individuare un Martino su un posatoio, sarà sempre facile ritrovarlo nello stesso posto perchè è un uccello abitudinario ed utilizza sempre gli stessi posatoi.
La nidificazione del Martin pescatore avviena tra le fine di aprile ed i primi di maggio e la femmina deposita circa 6/7 uova e vengono covate per circa 15 giorni, il nido è creato solitamente su un argine ed è costituito da un cunicolo con una camera dove vengono deposte le uova e dove staranno i piccoli appena nati.
Per concludere, possiamo dire che la prerogativa principale di uno stagno con i suoi habitat è quella di permettere a varie specie di uccelli di condividere uno stagno ed a ogni specie di procacciarsi il cibo in base al proprio tipo di alimentazione e non avere nessuna competizione tra loro per la soppravvivenza.
Questo lo possiamo definire “IL CONDOMINIO STAGNO”.
TECNICA FOTOGRAFICA & SUGGERIMENTI
Ecco qualche consiglio per fare “caccia fotografica” in uno stagno.
Bisogna sempre ricordarsi che quando avvistiamo un uccello, che sia in acqua o nascosto tra un canneto, sicuramente lui ci ha già visto e da molto tempo anche.
Se ci accorgiamo di questo, la cosa migliore da fare è quello di far finta di non averlo visto, bisogna cercare assolutamente di non incrociare mai il suo sguardo, perchè l’uccello potrebbe pensare che noi siamo un predatore, perchè i predatori fissano sempre mentre noi osserviamo.
Dobbiamo cercare, ma questo lo impariamo con il tempo, di capire tutti i segnali che l’uccello può inviarci, perchè tutti gli animali in genere e soprattutto gli uccelli hanno un distanza di fuga, cioè il limite minimo che un eventuale predatore si può avvicinare.
Tanti uccelli incominciano con muoversi nervosamente, altri a girare la testa di continuo ed altri ancora a sbattere le ali, tutte queste cose indicano che li a poco l’uccello s’involerà.
Sicuramente dobbiamo fare in modo di ridurre la nostra figura, se possiamo ci sediamo o ci accucciamo, in modo che l’uccello non si spaventi di noi.
Dobbiamo assolutamente fare tutti i nostri gesti molto lentamente e non fare nessun movimento brusco, soprattutto quando puntiamo la nostra fotocamera verso di lui.
Tutte queste cose s’imparano con la pratica e con decine e decine di errori, di fughe improvvise all’ultimo secondo, un attimo prima del famigerato “clic“.
Nel canneto, io consiglio di utilizzare un telezoom di 400mm minimo, per garantire delle buone foto e per mantenere una certa distanza dagli animali, anche perchè di solito gli stagni non sono molto vasti e le distanze non impossibili.
Testo e foto di Marco Notarstefano
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Grazie Marco, per il tuo utile post, è uno spaccato davvero interessante delle specie alate che possiamo osservare in un canneto.
Lo stagno è un’oasi di vita selvatica, una vera manna per noi fotonaturalisti.
Bravo Marco! !!
Bell’articolo esauriente sul tema stagni.
Mi sono piaciute anche le foto, in modo particolare quella del Martin Pescatore con il pesce in bocca!!! Bel colpo!!!
Spero di leggerti presto con un nuovo artcolo su altro ambiente
Grazie! !