La proposta odierna è focalizzata sulle zone umide presenti in Estremadura.
Nell’Estremadura ci sono due fiumi principali:
– il Tajo a nord, attraversa la regione all’altezza del Parco Nazionale del Monfrague,
– il Guardiana a sud che per un certo tratto definisce il confine tra Spagna e Portogallo.
Nella maggior parte dei casi i corsi d’acqua, sono sfruttati più per la produzione di energia elettrica che per l’approvvigionamento idrico.
Poco sfruttati per l’irrigazione, sia per la portata insufficiente sia per il difficile utilizzo, i pochi fiumi presentano delle rive con un eccellente grado di conservazione e pulizia.
La ricca vegetazione di ripa inoltre favorisce la presenza di un’infinità di volatili di piccola taglia.
Il territorio è però ricco di bacini artificiali (Embalse) e di stagni, vere oasi frequentate dagli uccelli.
Va subito detto che in queste zone umide gli uccelli sono molto più numerosi in inverno rispetto alla primavera-estate.
L’Estremadura è infatti una delle più importante regioni spagnole per lo svernamento di specie acquatiche.
Più che al fiume, suggeriamo di indirizzare la vostra attenzione ai bacini artificiali che con il tempo si sono naturalizzati.
In particolare vi consigliamo l’Embalse de Arrocampo, dove per facilitare gli avvistamenti, è stato creato il Parco Ornitologico di Saucedilla con percorsi e capanni di osservazione.
Per un amante della natura, l’Embalse de Arrocampo è sicuramente una meta singolare: il bacino ha la funzione di refrigerare la centrale nucleare di Almaraz.
Per ragioni di sicurezza, il lago artificiale ha il livello dell’acqua costante tutto l’anno.
Questa particolarità ha favorito la crescita di una ricca vegetazione palustre.
Arrocampo è sicuramente il miglior posto per vedere uccelli palustri in Extremadura, anche se dal punto di vista delle specie fotografabili, i numeri sono piuttosto bassi.
Il problema principale è dato dalla posizione dei capanni (lontani dall’acqua e spesso posti in direzioni non valide) e dal onnipresente filo spinato che impedisce di avvicinarsi alle zone più popolate di animali.
In questo bacino è però possibile incontrare alcune occasioni uniche, come ad esempio: il Pollo sultano, il Nibbio bianco, la Salciaiola, il Pettazzurro.
Suggeriamo di visitare:
– Capanno 2: non tanto per quello che si può osservare dalle feritoie del capanni, ma per tutto quello che si può fotografare arrivando a piedi all’osservatorio: Airone rosso, Beccamoschino, Saltimpalo, Anatre varie, Cicogna bianca.
– Capanno 3: La strada da percorre in auto che porta al capanno offre molte possibilità di foto ai passeriformi che si posano sul filo spinato di recinzione: Saltimpalo, Gruccione, Airone guardabuoi, Nibbio Bruno.
– Capanno 5: si viaggia in auto per quasi 4 Km fra campi coltivati, pascoli e praterie.
Il Capanno, prospicente il piccolo lago di Cerro Alto, è lontano da tutto.
Una curiosità: sul tetto capanno ha fatto il nido una Cicogna bianca che si involava ogni volta che entravamo ed uscivamo dalla struttura.
Molto più interessante la piccola pozza artificiale utilizzata per l’irrigazione e l’abbeveramento degli animali, posta sul lato opposto della strada. (Coordinate GPS: 39°51’11.5″N 5°42’16.4″W; 9.853198, -5.704569).
Abbiamo potuto fotografare dall’auto il mignattaio, Garzetta, Pollo sultano e sentito più volte il Porciglione.
– Spiazzo dietro l’entrata del Centro Informazioni: la spianata che porta sulla sponda del lago, offre una ampia prospettiva per scattare foto panoramiche.
La possibilità di avvistare uccelli palustri da questa postazione è minima.
Fotografato: Airone rosso, Sgarza ciuffetto, Tarabusino
Sentito: Salciaiola.
ATTREZZATURA FOTOGRAFICA
Minimo un 400mm, ma l’uso di un moltiplicatore di focale è indispensabile se fotografate dai capanni.
Ottimo uno zoom 100-400mm per i trasferimenti da un capanno all’altro sia in auto che a piedi, per le possibili occasioni che vi potranno capitere.
Utile un binocolo.
Non dimenticate il grandangolo per i panorami.
Una località da non visitare nel periodo di fine aprile sono le risaie.
Le abbiamo cercate e trovate nel quadrilatero formato dalle città di: Zorita, Madrigalejo, Navalvillar de Pela e Logrosan.
Purtroppo la moda del riso in asciutta, ovvero nella risaia non sommersa, imperversa anche in Spagna.
In alcuni campi ben livellati era in corso la semina, altri invece presentavano lunghi filari di piantive di riso già alte 3-4 cm.
Ovviamente, il tutto senza acqua.
Cercavamo vasche allagate ricche di numerose specie limicole, ardeidi ed acquatiche in cerca di nutrimento, invece abbiamo trovato un deserto.
Gli unici uccelli presenti erano i Piccioni che seguivano la seminatrice tirata dal trattore.
Sensazioni personali
Dimenticatevi le strade trafficate, caotiche e rumorose di un lungolago.
Siete in Estremadura!
L’attività umana in questa regione è pacata e sobria.
Noi ci siamo lasciati avvolgere e coinvolgere da questa flemmatica oziosità, cominciando dal riposante paesaggio di uno specchio d’acqua circondato da una natura selvatica e incontaminata.
Foto e testo di Claudia & Alvaro Foglieni
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