Nuovo appuntamento con “Incontri …naturali”, la rubrica che ha l’obiettivo di creare un momento piacevole per chi legge così come è stato gradevole per l’autore la situazione descritta e il risultato ottenuto, arricchito dalle sue fotografie.
L’idea di un book fotografico per questo uccello mi è venuta perché, osservandolo a lungo in svariate situazioni, mi sono convinta che lui lo gradirebbe, maschio o femmina che sia, quasi a competere con altri fascinosi abitanti delle zone umide.
Mi ha colpito per la capacità di porsi in modo scenografico, di assumere pose attrattive e nel contempo altere e distaccate, sia nelle sue pose e movenze individuali, che nelle coreografie di gruppo in cui i vari individui si dispongono come sculture in una aggregazione artisticamente di fascino.
Ho avuto la fortuna di osservare i Cormorani un po’ più da vicino, perché alcuni esemplari, in qualche ora della giornata, fanno una puntata in via Chiesa Rossa, dove a Milano il Naviglio incrocia il Lambro meridionale e dove un consistente numero di gabbiani fanno permanentemente le loro evoluzioni.
Una piattaforma di cemento in mezzo al fiume, palcoscenico del tutto decadente ma provvidenziale, è stato il luogo che ha permesso il servizio fotografico necessario per il Cormorano-book.
In genere arriva un solo esemplare, solo una volta due.
Solitamente i Cormorani fanno vita di gruppo, ma grazie a questi originali, autonomi e curiosi esploratori ho potuto osservarli meglio nel loro comportamento e fotografarli ad una ragionevole distanza.
Ad una prima osservazione non ho potuto certo definirlo un uccello bello, con le sue ali nere, il becco adunco e severo, le zampe corte e forti, ma, osservandolo, qualcosa in questo uccello evoca eleganza, distacco, abilità, come una diva che ha fatto un grande percorso di successo ed ora che la sua fama diminuisce, permane l’atteggiamento fiero e la sicurezza nelle performances.
Il suo atteggiamento è ieratico quando scruta lontano, severo, grifagno, quando sta per cacciare, più benevolo, quasi dolce, quando osserva la vita che lo circonda.
Anche le sue lunghe permanenze su una boa o su un trespolo fanno pensare alle vacanze e ad una forma di privilegio di cui sta godendo in stasi assoluta.
Il suo aprire le ali al sole per asciugarsi dopo la caccia, anche ad immersione profonda, pur essendo una necessità, per la permeabilità delle sue ali, è segno di distinzione, denota stile.
La chicca da scoprire poi sono gli occhi di un colore chiaro, azzurro.
È poi del tutto particolare quando si sposta rasente all’acqua, con impeto e forza, e qualche difficoltà di decollo, data la pesantezza delle ali bagnate.
Ma è nel volo che ogni Cormorano si trasforma: è finalmente nel suo vero elemento, con i suoi compagni, e può mettere in atto la sua forma di abilità primaria, il volo in gruppo; la grande apertura alare lo rende imponente e le strategie di volo di gruppo, collaudate nelle migrazioni, con assetto geometrico adatto a sminuire l’impatto con l’aria, lo facilitano.
I voli sembrano di trasferimento, ma, a me che osservo, appaiono allegri e di piacere, secondo traiettorie curvilinee di andata e ritorno, fino alla corsa finale verso la meta definitiva.
Sono piccoli drappelli simpatici, dinamici.
La sera un grande albero li aspetta e li accoglie.
Foto* e testo: Silvana Boccardo
*Note dell’autore
Tutte le immagini presenti sono state realizzate con una fotocamera bridge Nikon Coolpix P900.
Per quanto riguarda i ritratti, le condizioni di luce non ottimali, per la posizione piuttosto chiusa dal cemento, hanno richiesto ISO 400 e tempi di esposizione brevi, ma non troppo per fare in modo che foto non risultassero scure.
Nella speranza di ottenere foto nitide, è stata generalmente rispettata la regola che lega la distanza focale utilizzata con il tempo di esposizione, dove questo deve essere uguale/maggiore della distanza focale apparente.
La stessa regola è stata rispettata per le foto di uccelli in volo.
Per questa tipologia di foto suggerisco di utilizzare la fotocamera in priorità di tempi S (o TV), con esposizione di 1/1000”, in modo che le immagini risultino con maggiore probabilità ferme e non mosse.
Un’altra difficoltà grossa che sempre mi si presenta è la messa a fuoco tempestiva e il tempo di avvicinamento dell’immagine che devono essere eseguiti in modo fermo e deciso, preferibilmente con appoggio stabilizzante di fortuna, in quanto non avevo predisposto il cavalletto.
Un muretto e la barra orizzontale di protezione, sono risultati molto utili come appoggio.
Per consigli pratici su come migliorare le tue foto naturalistiche, segui la nostra pagina gruppo Facebook.
Brava Silvana bell’articolo.
Il cormorano e’ un gran bel uccello con il suo splendido occhio verde.
Complimenti
come sempre poetici i commenti di Silvana
Grande Silvana ti riconfermi brava scrittrice oltre che fotografa!
viene la voglia di conoscerli questi cormorani, osservati, fotografati e raccontati con grande amore e simpatia, come fossero delle persone.
Grazie per questo articolo così poetico!
Gabriella
Complimenti per l’articolo; descrive in maniera dettagliata ma allo stesso tempo simpatica la vita quotidiana di questi particolari uccelli.
Purtroppo sono arrivati anche a Milano
oramai hanno devastato i fiumi del fondo valle e durante l’inverno quasi azzerato la fauna ittica in molti tratti del Naviglio Pavese
L’inverno scorso ho avvistato i primi esemplari in via Lodovico il Moro .Probabilmente attratti dai pesci che durante l’asciutta dei navigli trovano rifugio nel tombone di uscita dell Olona.
Non sapevo che risalendo il Naviglio Grande fossero arrivati fino a Via Ludovico il Moro.
Io abito nei pressi del Naviglio pavese e non ci sono ancora (li trovi fino a Binasco).