Essere un fotografo della natura è un modo divertente di trascorrere il tempo libero, ma non sempre i risultati sono apprezzabili.
Visitando in Internet molti siti di fotografi, si percepisce subito la grande disparità qualitativa.
Credo che la diversità di immagini e di soggetti fotografati non dipenda solo dalla tecnica o dalla strumentazione fotografica.
Sono invece convinto che le esperienze e le conoscenze della natura e dei suoi innumerevoli soggetti, sia la risposta vincente.
Molti fotonaturalisti, prima di essere fotografi sono stati …e lo sono ancora, dei birdwatcher.
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Birdwatching
è un termine tecnico inglese che significa: ” … osservare gli uccelli selvatici nel loro ambiente naturale”.
Al “birder” o “birdwatcher” (colui che pratica birdwatching), sono necessari due strumenti:
– binocolo (o il cannocchiale)
– guida di riconoscimento degli uccelli.
I più scrupolosi utilizzano anche un taccuino su cui annotare le specie viste e prendere appunti.

Per essere un bravo fotografo della natura non è necessario essere laureati in scienze naturali, basta avere una buona conoscenza di ciò che si fotografa e possedere tanta pazienza.
Essere stati prima birdwatcher e poi fotografi, aiuta moltissimo.

La fotografia naturalistica agli uccelli è molto più di un semplice hobby che si limita a scattare foto ad ogni volatile che passa.
Essere fotonaturalisti significa anche capire:
– cosa fanno,
– dove vanno,
– come vivono gli uccelli che si fotografano.

Possedere queste conoscenze, favorisce la pratica fotografica.

Quando si fa caccia fotografica s’impara subito una cosa: gli uccelli non sono animali facili da avvicinare, tendono a nascondersi o a volare lontano.
Per potere realizzare delle belle immagini, è necessario mettere in pratica alcune regole.
Molte di queste derivano dal birdwatching.

Di seguito, segnaliamo le più semplici e efficaci.

1) “Andare dove…ci sono gli uccelli”
Questa affermazione sembra ovvia, ma a volte si tende a frequentare luoghi scarsamente popolati di animali.
Un fotografo impreparato rischia di vedere poche specie.
Sapere come, quando e dove andare, assicura uscite più produttive.
Questo consiglio è valido sia che si tratti di una passeggiata in un luogo conosciuto, sia che si organizzi un viaggio per trovare una specie rara in un nuovo parco o oasi.
Se non sapete dove andare, prendete spunti nella sezione “Le più belle oasi naturalistiche consigliate da nostri fotografi ” di questo blog.
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2) “Conoscere in anticipo quale specie si potrà vedere”
Ci sono 526 specie di uccelli in Italia e conoscere gli usi ed i costumi di ognuna e praticamente impossibile.
Quando si visita un’area, è meglio fare una piccola ricerca a priori di quello che presumibilmente si potrà fotografare.
Essere prepararti e sapere dove cercare gli uccelli, ci darà la possibilità di scattare prontamente.
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3) “Guida da campo sempre in tasca”
Anche i fotografi più esperti portano sempre con sé una guida per il riconoscimento degli uccelli, utile strumento per l’identificazione di una specie incerta o sconosciuta, avvistata sul campo.
Se si ha sempre a portata di mano la guida, si può immediatamente identificare l’uccello fotografato.
Può anche capitare che una sola guida da campo non sia sufficiente per identificare la specie fotografata.
Disporre di differenti guide per il riconoscimento degli uccelli è un vantaggio.
Se abbiamo dei dubbi, una volta casa, potremo con calma identificare la specie, mai fotografata prima.

4) “Portare sempre il binocolo”
Anche se pratichiamo solo caccia fotografica, è utile portare con sé, il binocolo.
Il binocolo fornisce una immagine dettagliata di ciò che si osserva, ingrandendo ai vostri occhi il soggetto per una più facile e corretta identificazione.
Spesso il successo di una fotografia, sta nella cura della composizione dell’immagine.
Riuscire a identificare un uccello posato nel folto di un bosco o semi-nascosto tra il fogliame di un albero, ci permette di realizzare l’inquadratura che preferiamo.
Dimenticare il binocolo può significare la mancata fotografia di una specie rara … non più visibile in futuro.
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5) “Scattate, scattate, scattate più foto possibili”.
Gli uccelli sono imprevedibili.
Una volta avvistato un soggetto, inquadratelo nel migliore dei modi e scattate più foto possibili.
Se si muove, seguitelo con l’obiettivo e scattate foto.
Se vola via, è importante non perderlo di vista.
Non sprecate tempo a visionare il display della fotocamera per capire come sono venute le immagini.
Se si guarda il monitor della fotocamera, non si fotografano gli uccelli.
So che non è facile resistere alla tentazione di verificare com’è venuta la foto.
Così facendo però, correte il pericolo di perdervi uno scatto … unico!

6) “Osservare con metodo”.
Poche e semplici regole, ma molto utili:
– Esplorare visivamente di continuo, a occhio nudo, l’ambiente naturale.
– Guardare lontano.
– Avvistare a occhio nudo le sagome.
– Puntare il binocolo.
– Scoprire di cosa si tratta.
– Osservare col binocolo anche dove ad occhio nudo non si vede niente.
– Prima osservare con il binocolo, poi usare la fotocamera.

7) “Riconoscere l’insieme”
Questa capacità è tipica di chi ha fatto birdwatching per molto tempo, prima di passare alla fotografia.
E’ possibile riconoscere molti uccelli semplicemente osservando le loro forme, anche se vediamo solo la loro silhouette.
In inglese si dice “jizz” ossia: il cercare di riconoscere l’uccello nel complesso.
E’ la sensazione generale che ci fa dire: “… è quella specifica specie…”, anche se non abbiamo visto l’uccello nei dettagli.
In pratica, lo riconosco semplicemente sulla base dell’aspetto generale, … del profilo, … del modo di muoversi, … della postura, … di un suono o … di tutti questi elementi insieme.
O ancora, di qualcos’altro indefinibile, ma non per questo meno reale e percepibile.
Il “jizz“, appunto!
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8) “Ascoltare i canti”
Il canto degli uccelli, così come i richiami ed i suoni “non vocali” (es: il tamburellare dei picchi o il forte e repentino battito d’ali dei fagiani), sono indizi fondamentali per la ricerca degli uccelli.
È importante conoscere almeno i canti delle specie più comuni, perché l’ascolto di un vocalizzo, può aiutare a capire che si tratta di una specie diversa da quella che sappiamo.
Capire che c’è un volatile, anche se non lo si vede, è un grandissimo vantaggio per il fotografo, perché permette di prepararsi in anticipo a scattare una foto e non perdere così, nessun avvistamento.

Autore: Alvaro

 

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5 commenti

  1. Bellissimo articolo Alvaro con ottimi consigli.
    Anche io sono partito come birder virando molto velocemente verso la caccia fotografica.
    Concordo nel seguire tutti i consigli di questo articolo, soprattutto quello di non andare mai impreparati in caccia fotografica….tornare a casa con pochi scatti insignificanti e sempre una delusione.
    Ma questo dipende da noi e dalla nostra preparazione.
    Buona caccia a tutti

  2. Grazie!
    Ho apprezzato questo articolo; interessante, un vademecum utile per chi vuole approcciare alla caccia fotografica!

    1. Grazie mille Manuela.
      Praticare caccia fotografia significa diffondere l’amore per la natura, valorizzando la bellezza di alcuni suoi protagonisti.

  3. Alvaro leggere i tuoi articoli sulla caccia fotografica e sul Birdwatching è per me sempre imparare cose nuove. Suggerimenti e piccoli trucchi che per un inesperto come me sono importantissimi.
    Grazie

    1. Grazie Davide, vedrai che altre alla teoria, arriverà presto anche il momento di mettere in pratica i trucchi e suggerimenti direttamente sul campo.

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